Worsening renal function and outcome in heart failure patients with preserved ejection fraction and the impact of angiotensin receptor blocker treatment.(Damman K, Perez AC, Anand IS, Komajda M, McKelvie RS, Zile MR, Massie B, Carson PE, McMurray JJ.)    Renal P2 Receptors and Hypertension. (Menzies RI, Unwin RJ, Bailey MA.)    The aging kidney revisited: a systematic review. (Bolignano D, Mattace-Raso F, Sijbrands EJ, Zoccali C.)    Does a vitamin D boost help in resistant hypertension control? (Zoccali C, Mallamaci F.)    A look at the upper heart chamber: the left atrium in chronic kidney disease.(Paoletti E, Zoccali C.)    Vascular calcification in chronic kidney disease: are biomarkers useful for probing the pathobiology and the health risks of this process in the clinical scenario?(Liabeuf S, Okazaki H, Desjardins L, Fliser D, Goldsmith D, Covic A, Wiecek A, Ortiz A, Martinez-Castelao A, Lindholm B, Suleymanlar G, Mallamaci F, Zoccali C, London G, Massy ZA.)    Statins for the prevention of contrast-induced acute kidney injury.(Ball T, McCullough PA.)    Meta-analysis on efficacy of statins for prevention of contrast-induced acute kidney injury in patients undergoing coronary angiography.(Ukaigwe A, Karmacharya P, Mahmood M, Pathak R, Aryal MR, Jalota L, Donato AA.)    Acute kidney injury: Short-term statin therapy for prevention of contrast-induced AKI.(Mikhailidis DP, Athyros VG.)    Focus on lipids: high-density lipoprotein cholesterol and its associated lipoproteins in cardiac and renal disease.(Shin HJ, McCullough PA.)    Risk Factors for Heart Failure in Patients with Type 2 Diabetes Mellitus and Stage 4 Chronic Kidney Disease Treated with Bardoxolone Methyl.(Chin MP, Wrolstad D, Bakris GL, Chertow GM, de Zeeuw D, Goldsberry A, Linde PG, McCullough PA, McMurray JJ, Wittes J, Meyer CJ.)    Association between renal function and cardiovascular structure and function in heart failure with preserved ejection fraction.(Gori M, Senni M, Gupta DK, Charytan DM, Kraigher-Krainer E, Pieske B, Claggett B, Shah AM, Santos AB, Zile MR, Voors AA, McMurray JJ, Packer M, Bransford T, Lefkowitz M, Solomon SD; for the PARAMOUNT Investigators.)    Ultrafiltration for the treatment of congestion: a window into the lung for a better caress to the heart.(Rossi GP, Calò LA, Maiolino G, Zoccali C.)    Association of renal resistive index with aortic pulse wave velocity in hypertensive patients.(Geraci G, Mulè G, Geraci C, Mogavero M, D'Ignoto F, Morreale M, Foraci AC, Cottone S.)    Mediation Analysis of Aortic Stiffness and Renal Microvascular Function.(Woodard T, Sigurdsson S, Gotal JD, Torjesen AA, Inker LA, Aspelund T, Eiriksdottir G, Gudnason V, Harris TB, Launer LJ, Levey AS, Mitchell GF.)

Il Conto salato dell’obesità: conta quanto due tesoretti

corso_renale_cardiovascolareUno studio dell’Università di Milano valuta le spese di aziende e sanità: 23 miliardi di Euro. In Inghilterra è allarme: “Tra 15 anni sovrappeso nove su dieci”.
Nel mondo si muore di fame, ma anche per troppo cibo. E per la prima volta l’allarme per il secondo fenomeno risuona forte quanto quello per il primo. L’obesità è la bestia nera che tormenta l’Occidente ma non solo. Anche nei paesi che per ultima si stanno affacciando al benessere cresce la preoccupazione. A partire dalla Cina, dove bambini obesi lievitano come il pane. Nel mondo industrializzato circa metà della popolazione è in sovrappeso e l’obesità rappresenta la seconda causa di morte prevenibile, dopo il fumo. Ieri il Ministero della Sanità inglese l’ha definita “un’emergenza più grave di quella della clima” visto che entro 15 anni nove inglesi su dieci saranno in sovrappeso e la metà della popolazione addirittura obesa. Gli americani, precursori del cibo spazzatura, tentano di arginare da più parti il fenomeno. Ormai anche le catene fast food cercano di riconvertire le porzioni e la qualità dei loro panini ipercalorici perché i ciccioni sono diventati una vera piaga nazionale. I costi sono preoccupanti sia dal punto di vista sanitario che aziendale. Ogni lavoratore obeso infatti, tra spese mediche e assenza dal lavoro, può costare annualmente tra 325 e 1600 euro a un’impresa. Un’azienda da mille dipendenti deve mettere bilancio passivo circa 200.000 Euro. In Italia seguiamo a ruota le tendenze negative d’oltreoceano. Su 5 milioni di obesi,800.000 sono obesi gravi. I costi per medicinali o ricoveri sono elevatissimi e vanno aggiunti a quelli indiretti che pesano sul sistema produttivo. Un dato per tutti. Le assenze per malattia costano 2,5 miliardi di Euro l’anno. Questi pazienti, infatti, fanno fatica a mantenere buoni livelli di produttività, hanno scarsa resa nel lavoro e diventano facilmente degli assenteisti cronici. Quanto alle spese sanitarie, le cifre fanno concorrenza ad una pesante manovra fiscale. Uno studio del Centro Studi e Ricerche sull’obesità dell’Università di Milano, diretto da Michele Carruba, ha contagiato in 23 miliardi annui le spese dirette. I chili di troppo, infatti, causano gravi patologie associate a problemi cardiovascolari metabolici, osteoarticolari, tumorali e respiratori. Il 64% di questi miliardi vengono bruciati i ricoveri, il 9% in farmaci e il resto per diagnosi e cure. Ma non è solo l’obesità a pesare sul portafogli della collettività: una persona semplicemente in sovrappeso, spiega Carruba, costa circa 850 Euro all’anno, per un obeso di primo livello la spesa raddoppia a 1700 e, sale a 2400 Euro per un grande obeso. Di fronte a queste cifre è chiaro che la politica sanitaria deve agire, e presto, sulla prevenzione. Insomma non bisogna più aspettare, anche perché in solo 10 anni la diffusione dell’obesità è cresciuta del 50% tra i bambini e nelle classi socioeconomiche più basse. Dati che dovrebbero allarmare il Ministero della Sanità.

Fonte: “Il Giornale” del 15 ottobre 2007

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