Il Conto salato dell’obesità: conta quanto due tesoretti
Uno studio dell’Università di Milano valuta le spese di aziende e sanità: 23 miliardi di Euro. In Inghilterra è allarme: “Tra 15 anni sovrappeso nove su dieci”.
Nel mondo si muore di fame, ma anche per troppo cibo. E per la prima volta l’allarme per il secondo fenomeno risuona forte quanto quello per il primo. L’obesità è la bestia nera che tormenta l’Occidente ma non solo. Anche nei paesi che per ultima si stanno affacciando al benessere cresce la preoccupazione. A partire dalla Cina, dove bambini obesi lievitano come il pane. Nel mondo industrializzato circa metà della popolazione è in sovrappeso e l’obesità rappresenta la seconda causa di morte prevenibile, dopo il fumo. Ieri il Ministero della Sanità inglese l’ha definita “un’emergenza più grave di quella della clima” visto che entro 15 anni nove inglesi su dieci saranno in sovrappeso e la metà della popolazione addirittura obesa. Gli americani, precursori del cibo spazzatura, tentano di arginare da più parti il fenomeno. Ormai anche le catene fast food cercano di riconvertire le porzioni e la qualità dei loro panini ipercalorici perché i ciccioni sono diventati una vera piaga nazionale. I costi sono preoccupanti sia dal punto di vista sanitario che aziendale. Ogni lavoratore obeso infatti, tra spese mediche e assenza dal lavoro, può costare annualmente tra 325 e 1600 euro a un’impresa. Un’azienda da mille dipendenti deve mettere bilancio passivo circa 200.000 Euro. In Italia seguiamo a ruota le tendenze negative d’oltreoceano. Su 5 milioni di obesi,800.000 sono obesi gravi. I costi per medicinali o ricoveri sono elevatissimi e vanno aggiunti a quelli indiretti che pesano sul sistema produttivo. Un dato per tutti. Le assenze per malattia costano 2,5 miliardi di Euro l’anno. Questi pazienti, infatti, fanno fatica a mantenere buoni livelli di produttività, hanno scarsa resa nel lavoro e diventano facilmente degli assenteisti cronici. Quanto alle spese sanitarie, le cifre fanno concorrenza ad una pesante manovra fiscale. Uno studio del Centro Studi e Ricerche sull’obesità dell’Università di Milano, diretto da Michele Carruba, ha contagiato in 23 miliardi annui le spese dirette. I chili di troppo, infatti, causano gravi patologie associate a problemi cardiovascolari metabolici, osteoarticolari, tumorali e respiratori. Il 64% di questi miliardi vengono bruciati i ricoveri, il 9% in farmaci e il resto per diagnosi e cure. Ma non è solo l’obesità a pesare sul portafogli della collettività: una persona semplicemente in sovrappeso, spiega Carruba, costa circa 850 Euro all’anno, per un obeso di primo livello la spesa raddoppia a 1700 e, sale a 2400 Euro per un grande obeso. Di fronte a queste cifre è chiaro che la politica sanitaria deve agire, e presto, sulla prevenzione. Insomma non bisogna più aspettare, anche perché in solo 10 anni la diffusione dell’obesità è cresciuta del 50% tra i bambini e nelle classi socioeconomiche più basse. Dati che dovrebbero allarmare il Ministero della Sanità.
Fonte: “Il Giornale” del 15 ottobre 2007